Quando si parla di Italia che vorremmo, non possiamo dimenticarci dell'Italia che fisicamente vorremmo, di quei monumenti tangibili e reali che abbiamo e che dovremmo proteggere, e di come vorremmo che fossero trattati. I beni culturali fanno parte di una memoria storica che non dobbiamo essere disposti a perdere, costituiscono risorse uniche e non rimpiazzabili che solo un determinato Paese possiede; e se c'è qualcosa di cui gli italiani possono vantarsi, questo è sicuramente il patrimonio culturale che hanno avuto la fortuna di ereditare in secoli di storia.
In Italia, infatti, si trovano ben 55 siti UNESCO, record mondiale al pari della Cina (il cui territorio è 30 volte più esteso di quello italiano), e 61 luoghi tutelati dal FAI. Sono luoghi che raccolgono secoli di storia, cultura e tradizioni, e il cui valore va ben oltre la loro bellezza.
La valorizzazione dei beni culturali presuppone prima di tutto la loro tutela, che sta nel loro riconoscimento, nella conservazione, la protezione e il restauro. Preservare fisicamente i beni culturali è certamente il primo passo, ma non deve mancare di certo la possibilità della fruizione di questi beni artistici. Promuovere la cultura vuol dire anche diffondere la conoscenza del nostro stesso patrimonio culturale, in linea con ciò che recita l'articolo 9 della nostra Costituzione.
Detto ciò è doveroso quindi far riferimento al conflitto attuale tra Russa e Ucraina dove sin dall’inizio della guerra, oltre all’angosciante perdita di vite umane, i professionisti della cultura si interrogano sulla sorte dell’ingente patrimonio culturale ucraino, che come in ogni teatro di guerra rischia di subire perdite, distruzioni e saccheggi. A rischio non ci sono soltanto i Patrimonio Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO, ma anche le ricche collezioni dei tanti musei del paese oltre a spettacolari chiese cattoliche e ortodosse, monasteri millenari, teatri ottocenteschi, palazzi neoclassici, ricche biblioteche e archivi dove è conservata la storia del paese, centri storici secolari. I pericoli sono molti: si va dai danni causati da bombe e missili alle spoliazioni passando per le distruzioni sistematiche. Si tratta di uno scenario che si sta cercando di scongiurare con forza. Ma quali strumenti ha la comunità internazionale per salvare il patrimonio